Barattoli

Riportami fin qui
al confine dei barattoli
raccontami di frottole
di anoressiche sartie
dimmi che t’amo vita
vita vita
vita mia
da morire t’amo
poi lasciami a dormire
trentaquattr’anni e oltre
al crocevia.
Contorcimi le mani e le budella
travasami la lingua dentro il petto
sfonda le riserve di benzina
passeggiami nel ventre
come ragnetto verde
abbevera la pelle dissecata
dalla brina
strizzami in abbraccio
colossale
chiaramente
a sfondo erotico sessuale
e sia l’alba
e sia argentina
speziato amor immenso
in sfoglia di margarina.


Marombra

14 Risposte to “Barattoli”

  1. per contrasto con quella prima

  2. e mi piace come l’altra.
    paola

  3. Paola, sono contenta che ti piaccia

    certe volte in un mare di parole “bello” “bella” e “mi piace” colmano ogni bisogno

    specie detto in poesie come questa, così…diversa, una cosa che che scombina equilibri secolari e compostezza in un suo singolare ordine armonico, provocante e provocata, ironica e appassionata…insomma, piace anche a me.

    si può fare della poesia un modo di rompere gli schemi conformanti?
    oppure far la linguaccia al mostro super io? scatenare i diavoli parole che vadano dove la bocca li conduce, dove il dente duole.

    vabbè, stasera ho detto un mucchio di corbellerie 🙂

  4. No, sfoglia di margarina no! Innanzitutto la pasta sfoglia si fa col burro (in quantità industriali), e poi è risaputo che la margarina, essendo un grasso idrogenato, è soggetta a procedimenti industriali assai poco allettanti, detto tra noi meglio burro, e in generale meglio ancora un buon olio d’oliva (magari cilentano, tanto per restare in loco).
    Oltre la nota alimentare, sai, io temo di più per quelli che proclamano amore sviscerato per la vita ed ottimismo, che non il contrario, alla fine questi manifesti di speranza cercano di rimediare ad uno sconforto più profondo, mentre dichiarato pessimismo sazia quella parte disfattista ch’è in noi e la cosa finisce lì; vedi il povero Leopardi, avrà scritto tra le pagine più avvilenti della letteratura italiana, però alla fine è morto di vecchiaia!
    Ma che c’azzecca Luigi Tenco? Quello aveva già vissuto alla stra-grandissima fino ad allora, avesse avuto meno soldi, non si sarebbe ucciso!

  5. antonio, concordo sulla margarina, che avrebbe dovuto poter essere margherita quella del m’ama non m’ama 🙂
    sfoglia la margherita hai presente?
    in effetti ho considerato anche l’uso del termine margarita.

    quanto a tutto il resto hai detto cose SACROSANTE, capito miei AMATISSIMI lettori? SACROSANTE
    conto anch’io di morire di lunga e serena vecchiaia, ci sto mettendo tutto l’impegno :*)

  6. @narrando

    1798 +1837
    leopardi morì a 39 anni.
    paola

  7. di malattia
    vabbè paola, però io vorrei morire ugualmente di lunga e serena vecchiaia 🙂

  8. Inizio XIX secolo, mettici poi le condizioni disastrate del povero Giacomo, che non era mai stato una quercia, quali aspettative di vita poteva avere? E comunque è morto per cause naturali, non è stato un Werther, tra l’altro il papà di quest’ultimo, quello si ch’è stato longevo, altro che romanzo autobiografico!

  9. antonio, perchè non posti qualcosa su poetienon?

  10. Alessandro Ghia Says:

    perché proprio trentaquattro anni? è forse la tua età? probabilmente no: mi sembra di ricordare un commento in cui dicevi che la tua nonna ne ha settanta, quindi i conti non tornano… che sia il doppio della tua età? i conti tornerebbero, ma mi sembrano un po’ pochini da come scrivi (vero è che Zanzotto aveva proprio quell’età quando iniziò…). Che sia un numero scelto a caso? o forse gli anni di qualcuno morto giovane?
    ciao!

  11. Senza dubbio! Vorrei però mettere assieme qualcosa che avesse un minimo di attinenza con la poesia… so già che finirò col trattare d’altro 😕

  12. trentaquattr’anni è un modo di dire familiare per indicare un tempo lungo…indefinito, tale che ci si stanca d’aspettare

    antonio, la tua idea di voler essere in tema è bella…ma basta che tu posti uno dei tuoi post più poetici ed il gioco è fatto 🙂

  13. trenta quarant’anni sono, a ben vedere, circa metà della vita, è il tempo di un’attesa davvero lunga, un’attesa che segna una vita

  14. golfedombre Says:

    pare che leopardi sia morto di indigestione di confetti…

    Ali, nel mezzo del commin di tua vita…

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