Aporia
Vincent Van Gogh, Campo di iris
Appendo un sole in ogni stanza
che illumini i colori
e splenda giallo e blu della vernice
in risalto fino al tuorlo
raggi rossi di ceramica
in corona.
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Fiori dentro al vaso
l’oro di corolle e l’amaranto
a richiamare per il piombo
il suo cristallo
l’aporia esce dal getto
d’ogni angolo.
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Per segno di ringraziamento a tutti gli intervenuti qui
novembre 16, 2007 a 10:47 PM
luminosssimo in superficie, a ricoprire un fondo grigio piombo
questo testo vive nel contrasto: nomina sunt consequentia rerum, e il titolo è la poesia( ma al tuorlo no, eh, non potevi rinunciarci?? !!!), bella una buona serata Ali, Viola
novembre 16, 2007 a 10:54 PM
Il tuorlo è arancione, la parte nutriente dell’uovo, il cuore delle cose, il grembo dell’embrione, è ricco di sapore, e morbido e vellutato, è re della cucina, è palla rassodata è l’imitazione germinante del sole, è…
cosa c’è che non va nel tuorlo viola? :)))
novembre 16, 2007 a 11:38 PM
sei fantastica Ali: per me il tuorlo è la cucina, il quotidiano, la frittata, l’aia, la gallina..tutte cose magnifiche..e quando lo vedo irrompere in una poesia seriosa – e bella – col cristallo e l’ikebana mi stranizza ed elettrizza ..!!(lo so, non potevi assolutamente farne a meno di nominarlo..!!)V.
novembre 17, 2007 a 2:15 am
bella si ma con tuorlo a spezzare lo è ancora di più
che ogni cosa bisogna spezzarla di bellezza e fare bella, se possibile, anche ciò che la spezza.
Come questo tuorlo arancione! 🙂